February 7, 2024 Comments Closed

Il sentiment degli operatori è di «estrema avidità»

Articolo a cura dello yoroomer Andrea Forni

Rally dei mercati, febbre per la IA, bramosia di ricchezza: molti titoli azionari e molti indici sono su nuovi massimi, con vette di iper-comprato e iper-estensione difficili da mantenere senza una sana correzione tecnica.

Il mese di gennaio sui mercati finanziari europei e americani conferma la forte decorrelazione tra l’andamento delle Borse che in tre mesi di rally hanno raggiunto nuovi massimi storici e la situazione di crisi che viene percepita da grande parte della popolazione occidentale. Iniziando dalla crisi geopolitica che a gennaio vede tre fronti di guerra calda dove sono coinvolti indirettamente Stati Uniti e Unione Europea: Ucraina, Gaza e Mar Rosso meridionale.

Quest’ultimo fronte caldo inizia ad avere effetto sulla logistica internazionale, rallentando l’approvvigionamento di merci e aumentando i costi di trasporto. Oltre ai tre fronti caldi resta da monitorare il fronte freddo nel Mare Cinese meridionale dopo l’elezione presidenziale a Taiwan che ha visto vincere il partito indipendentista a cui sono seguite le minacce di unificazione da parte della Cina.

Restando in Asia, l’anno si apre molto male per il Dragone, ancora in crisi dopo lo scoppio della bolla del settore immobiliare e il fallimento della società Evergrande, e per molte delle principali potenze asiatiche. Nel contesto dell’Asia-Pacifico svetta l’India che sta rapidamente prendendo il posto della Cina come «motore» di sviluppo dell’area che per le stime del Fondo Monetario Internazionale trainerà la crescita globale nel 2024 con una crescita del PIL del 5,2% (contro un misero 0,9% dell’Eurozona). Il Giappone fa storia a sé, con la banca centrale che continua nella politica monetaria espansiva che da un lato deprime la valuta locale e dall’altro lato spinge la Borsa del Sol levante verso i massimi storici di 30 anni fa.

Il mondo sta cambiando e un Nuovo Ordine Mondiale si sta sviluppando anche grazie a una classe media e medio/alta emergente nei Paesi componenti i BRICS+. A questa parte del mondo in forte espansione possiamo già oggi associare il Continente Africano, che sta diventando sempre più di interesse non solo per gli investitori ma anche per i Paesi membri dell’Unione Europea. Ne è la prova anche il recente vertice di Roma nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa voluto dall’Italia. Certo, una goccia nel mare se si pensa all’influenza che hanno Cina, Russia e Turchia nel continente africano.

Restando in Europa, i venti di crisi ignorati dai mercati finanziari sono invece ben visibili sulle strade di Francia, Germania (già in recessione), Belgio, Polonia e Italia che sono sempre più cinte d’assedio dai trattori degli agricoltori europei che non riescono più a fare quadrare i conti tra inflazione, nuovi requisiti imposti dal Green Deal e prezzi di vendita dettati dalle grandi multinazionali e catene della GDO.

La buona notizia è data dalla discesa rapida dell’inflazione sia in Europa, sia soprattutto negli Stati Uniti, che ha portato le Banche Centrali alla decisione di non alzare ulteriormente i tassi di riferimento e di attendere i prossimi mesi per decidere cosa fare. Si naviga a vista, ma le attese sono per l’inizio di una politica di riduzione dei tassi. Questo aiuterebbe la ripresa economica, più delle piccole e medie imprese che delle grandi, ma potrebbe danneggiare il settore bancario che finora è stato uno dei leader del rialzo dei mercati azionari europei.

Parlando di settore bancario, una nota di attenzione va alla situazione di crisi delle banche regionali statunitensi portata in luce dal caso della New York Community Bancorp (che aveva rilevato quote della Signature Bank fallita a marzo 2023). C’è il rischio di un contagio esteso a tutto il settore bancario americano? O peggio anche al resto del mondo occidentale?

Mentre le banche europee raccolgono i frutti della politica monetaria restrittiva, il settore delle criptovalute vede una nuova gigantesca truffa che ha mietuto migliaia di vittime accecate dalla bramosia di guadagnare un favoloso 10% al mese senza nulla fare. Purtroppo stavolta i truffatori e i truffati sono italiani. A parte le truffe, le criptovalute da inizio anno stanno scontentando gli investitori con performance negative, dopo un 2023 in grade spolvero. Cosa succede?

Mentre l’intelligenza umana mostra i suoi limiti di fronte alla cupidigia, l’Intelligenza Artificiale sembra non avere limiti e pervade ogni settore dell’economia e satura le prime pagine dei giornali e i titoli dei telegiornali, mentre nuove metodologie di valutazione dei titoli tecnologici vengono proposte dagli esperti. Tutto già visto, sentito e vissuto da chi scrive tra la fine degli Anni Novanta e l’inizio del Duemila. Allora si chiamava «la febbre delle Dot.com». Vediamo se finirà in una grande bolla che ripulirà il mercato dagli eccessi.

Rally dei mercati, febbre per l’Intelligenza Artificiale, bramosia di ricchezza, stanno portando molti titoli azionari e molti indici su nuovi massimi ma con vette di iper-comprato e iper-estensione difficili da mantenere senza una sana correzione tecnica. Il sentiment degli operatori è di «Estrema Avidità» con indici di sentiment che hanno raggiunto livelli che non vedevamo da anni. Una lettura «contrarian» è quindi doverosa, così come è consigliabile procedere con molta, molta cautela. Prudenza è la parola chiave per questo inizio d’anno.

 

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