February 13, 2019 | 0 |
Di Gaia Scorza Barcellona – tratto da La Repubblica (12.02.2019).
“Vengo da una famiglia di imprenditori: mio padre ha aperto diversi ristoranti nella città dove sono nato e mia madre organizza eventi. E proprio lavorando nel ristorante ho imparato cosa vuole dire ‘ospitalità'”. Si presenta così Davide Dattoli (@davidedattoli), bresciano di 28 anni, raccontando le sue origini non lontane e cosa c’è dietro ai traguardi già raggiunti. Come l’ultimo: è stato selezionato da Forbes tra i 30 under 30 più influenti per la tecnologia e l’innovazione.
Con lui nella lista anche un italo-svizzero. Il talento italiano di Dattoli si spiega soprattutto con Talent Garden, di cui è fondatore, “il più grande network di coworking europeo (28 sedi in 8 Paesi, ndr), dove facciamo in modo che ogni giorno la gente si senta davvero a casa”, racconta a favore di telecamera. Obiettivo: far coesistere e collaborare professionisti e freelance, ‘techies’, ‘startupers’ e investitori, e “tutti coloro che si impegnano quotidianamente nel creare relazioni, prodotti e carriere”, dice a Forbes che ha inquadrato il fenomeno premiando ogni anno i migliori del settore.
Tecnologia al servizio del benessere, oltre che come fonte di sostentamento. E’ questo l’architrave che sembra sostenere il progetto per il quale Dattoli ha raccolto 12 milioni di dollari di investimenti, dimostrando che “l’innovazione non nasce solo a San Francisco o a Londra”, – come chiarisce ai microfoni di Forbes – ma attecchisce laddove ci sono le idee e la capacità di organizzarle in progetti concreti, supportando l’innovazione.
E’ così che ha preso forma ed è cresciuta la “famiglia globale” su cui Dattoli ha scommesso, quel “giardino di talenti” (i Tag) con sedi a Brescia e a Milano che tiene la barra dritta nonostante la crisi economica formando ogni anno dai 200 ai 500 giovani pronti a buttarsi a capofitto nelle nuove opportunità. Tutte da inventare, è chiaro. Dalla ‘scuola’ di Dattoli escono programmatori, esperti di Big Data e marketing digitale, la maggior parte della quale a fine corsa trova lavoro, manager compresi.
Ma tra i talenti nati negli anni 90 e premiati dalla rivista economicaci sono anche giovani, uomini e donne, che stanno trasformando le professioni già esistenti grazie a nuove tecnologie e intelligenza artificiale. Come Phoebe Hugh, fondatrice di Brolly, società di assicurazioni con sede a Londra che in partnership con altri colossi del settore offre servizi di analisi e consulenza personalizzata per far risparmiare tempo e soldi ai clienti.
Assieme a Hugh nella lista dei giovani talenti compaiono anche Sergi Baños Lara, cto di Wefox, e Barney Hussey-Yeo, cofondatore della londinese CleoAI, entrambi nel ramo della finanza con investimenti importanti alle spalle per lo sviluppo di AI.