Giugno 25, 2020 | 0 |
In azienda non è sufficiente avere buone idee. Bisogna anche saperle proporre al proprio capo in modo convincente.
Ci sono situazioni nelle quali non ci sono particolari difficoltà a proporre un’idea al proprio capo o, in generale, a chi conta un po’ più di noi nella scala gerarchica. Magari a causa di una certa “vicinanza” tra i ruoli dovuta alla bassa differenza di età tra capo e collaboratore o ad un sistema valoriale interno che comunque favorisce lo scambio di idee e di opinioni.
Ci sono invece altri contesti in cui le cose possono risultare un po’ più difficili. E probabilmente, anche se l’affermazione non si basa su dati statistici certi, sono le situazioni più diffuse.
Quindi è comprensibile essere un po’ in ansia, soprattutto se sappiamo già che la persona che abbiamo di fronte, e che dovremmo convincere, potrebbe avere idee diverse dalla nostra!
Ma un metodo può aiutare ognuno di noi a capire come proporre un’idea al proprio capo.
Ricordiamoci innanzitutto che siamo in grado di governare al meglio solo la parte iniziale di un processo di comunicazione complesso. Poi l’interazione può svilupparsi in molti modi, ma almeno il calcio d’inizio, se siamo bravi, possiamo tirarlo nella direzione da noi desiderata.
Quindi ecco alcuni consigli per proporre un’idea al proprio capo in maniera efficace.
Avere molto chiaro qual è il nostro vero obiettivo.
L’obiettivo è sempre di chi comunica, non di chi sta a sentire. Ricordiamocelo.
Preparare bene in anticipo il nostro discorso: ciò che vogliamo dire e come vogliamo dirlo.
Evitiamo di improvvisare, o di apparire improvvisati quando vogliamo proporre un’idea al nostro capo. Teniamo pronti, a mente o (meglio) già scritti o stampati, i fatti, i dati e i numeri che supportano le nostre tesi. Fatti, dati e numeri, cioè elementi oggettivi sui quali spingeremo il nostro capo (donna o uomo che sia) ad esercitare la parte razionale del cervello, e non la pancia. Affrontare una discussione professionale con chi conta più di noi avendo come argomentazione un semplice “Secondo me è così…”, nella maggior parte delle situazioni si trasforma in un clamoroso autogol.
Assertività, assertività, assertività!
Siamo convinti di avere una buona idea? Siamo consapevoli di aver ragione? Bene, diamo mostra di crederci noi per primi, anche con i metamessaggi e con il linguaggio del corpo. Quando andiamo a proporre un’idea al nostro capo, parliamo con voce ferma e chiara, ma senza perdere il controllo del tono. Guardiamo l’altro, o l’altra, negli occhi. Riduciamo (senza esagerare!) lo spazio fisico che ci separa. Facciamo attenzione ai segnali non verbali altrui per valutare le reazioni: si ascolta con le orecchie, ma molto anche con gli occhi.
Non sottovalutare gli aspetti emotivi della comunicazione.
Dichiarare il nostro stato d’animo (“Sono preoccupato, perché…” oppure “Ho delle buone sensazioni, ora ti spiego…”) può essere molto utile per allineare le percezioni e facilitare l’apertura del discorso.
Dare ritmo alla comunicazione!
Se non arriviamo velocemente al punto, l’attenzione altrui cala drasticamente. Non perdiamoci in inutili premesse, giri di parole o preamboli. Nel caso, e se dall’altra parte c’è interesse ad approfondire i dettagli, lo si potrà fare successivamente.
Presentata la questione, formulare la nostra proposta o soluzione.
E poi una domanda aperta (“Che cosa ne pensi?” oppure “Quali altri elementi posso darti?”) che spinga il nostro interlocutore ad esprimere un suo primo accordo o disaccordo con le nostre posizioni. Prima ci rendiamo conto dei suoi pensieri, meglio è!
Attenzione: non potremo mai avere la certezza del risultato finale, ma almeno garantiamoci una qualche probabilità in più di raggiungerlo!
Per concludere…
Una video-storia (“3 errori da non fare col tuo capo”) che vi spiega i passi falsi da non fare quando volete proporre un’idea o comunicare con il vostro capo!