Giugno 21, 2018 | 0 |
I risultati del Global Coworking Survey 2017 ci forniscono informazioni molto interessanti su quali siano le caratteristiche più comuni a livello planetario tra coloro che scelgono di lavorare in un coworking, entrando a far parte di una community.
Innanzitutto, le statistiche hanno rivelato che in genere, tra il 2012 e il 2017, l’età media si aggira tra i 30 e i 39 anni e, più precisamente, nel 2017 l’età media stimata è stata pari a 36,4 anni.
Per quanto riguarda il ruolo lavorativo assunto dai coworkers è emerso come esso cambi sensibilmente a seconda delle aree geografiche in cui gli spazi di lavoro condiviso si trovano; ad esempio in Asia la maggioranza degli utenti (in media il 56%) sono lavoratori dipendenti di piccole-medie imprese o start up in crescita, in Europa invece la maggioranza dei coworkers (51%) sono freelancers, mentre in Nord America il 37% dei coworkers è composta da liberi professionisti, seguito dal 35% da dipendenti di società.
Con l’aiuto di Deskmag (portale più diffuso sul mondo dei coworking) sappiamo, inoltre, che la maggior parte (circa il 45%) di coloro che hanno scelto di sperimentare una postazione di lavoro in coworking, o di affittare un ufficio privato all’interno di tali spazi, precedentemente lavorava da casa. Invece, solo una piccola percentuale (il 10%) si è spostato da un coworking ad un altro. Secondo le statistiche, i nuovi iscritti tendono a venire a conoscenza degli spazi di coworking attraverso tre principali modalità: il passaparola (33%), ricerche Internet (23%) e Social media (11%).
Sostanzialmente coloro che decidono di lavorare in un coworking sono incoraggiati dall’idea di entrar a far parte di una comunità che stimola quotidianamente la creatività, l’innovazione, fornisce valide opportunità di crescita personale e professionale, nonché facilita occasioni di collaborazioni lavorative tra vari professionisti della stessa community. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che un ambiente di lavoro sereno e cooperativo, e in questo caso anche sinergico, potrebbe incentivare un benessere psicofisico solitamente correlato a livelli di produttività lavorativa maggiori.
Questo clima collaborativo è permesso dal fatto che i settori professionali, entro cui operano i membri delle communities di tutto il mondo, sono molto variegati. Secondo la Global Coworking Survey 2017, ricerca condotta da Social Workplaces e supportata da Nexudus, Essensys & Communitas, tuttavia emerge che, all’interno degli spazi, prevalgono alcune professionalità lavorative rispetto ad altre, tra le quali giornalisti, bloggers, sviluppatori di software e web designers.
La crescita continua di questi spazi di coworking e del numero di clienti è la dimostrazione che l’interazione e il confronto tra differenti figure professionali può portare ad interessanti punti d’incontro e collaborazioni tra le varie realtà, implicando un beneficio comune sia dal punto di vista lavorativo che personale.