Maggio 11, 2017 0

Lavoro agile, nuovi paradigmi tra Smart Working e Coworking

 

Le nuove frontiere del mercato del lavoro

Il contesto produttivo odierno ha subito numerose trasformazioni, rendendo le prestazioni lavorative da una parte sempre meno rigide e regolamentate, dall’altra concentrate sul raggiungimento di obiettivi e risultati, sulla valorizzazione di quelle che sono le competenze e capacità di ciascun individuo. Su questo sfondo emerge un bisogno di dare spazio ad un nuovo paradigma e una nuova modalità di lavoro: il lavoro agile o smart working. Quest’ultimo intende scardinare i principi di quel lavoro fordista, spostando il lavoratore dalla sua postazione fissa raggiunta dopo il timbro del cartellino e avvicinandosi ad una modalità più flessibile. Non si tratta di una soluzione ad hoc “per la mamma o per il papà di turno,” ma qualcosa di più, interpella il concetto di produttività, affinché i soggetti possano gestire volontariamente e autonomamente il proprio lavoro e le proprie responsabilità.

Il lavoro agile può essere inteso come un’evoluzione del telelavoro, che ha origini negli anni ’70, quando appunto le tecnologie informatiche fecero capolino nella nostra vita quotidiana, trasformando l’abitazione del soggetto nella seconda sede di lavoro. Tuttavia, il lavoro agile tende fortemente a differenziarsi da quest’ultimo definito appunto come un lavoro che si svolge in un luogo fisico diverso dalla sede dell’azienda.

Grazie all’evoluzione tecnologica e la consapevolezza dei potenziali benefici anche sociali è cresciuta l’esigenza di modificare il paradigma del telelavoro con il lavoro agile. Secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2015 il 17% delle imprese italiane ha dichiarato di aver avviato progetti di lavoro agile, il 14% si dichiara in una fase “esplorativa” mentre un altro 17% ha già progettato iniziative legate a ruoli specifici all’interno dell’azienda.

 In pratica quasi il 50% delle grandi aziende italiane sta sperimentando un approccio più “agile” all’organizzazione del lavoro. Si parla ancora di percentuali contenute soprattutto per quanto riguarda le piccole aziende, ma l’impressione è che nella società italiana qualcosa stia già cambiando. Nello specifico, lavorare secondo la filosofia “agile” significa, per le aziende, gestire il lavoro dei propri dipendenti in modo completamente diverso. Non si parla più di postazione fissa, ma totalmente flessibile e sganciata da un luogo fisico, è un approccio innovativo all’organizzazione del lavoro che valorizza la flessibilità e l’autonomia degli spazi, degli orari, degli strumenti a fronte di una maggiore responsabilizzazione dei risultati. Le aziende che utilizzano questi modelli di lavoro vogliono incrementare la produttività e migliorare il benessere delle persone sia in termini di work-life balance, sia in termini di motivazione e di benessere organizzativo.

Principi dello smart working e i suoi aspetti

I principi del lavoro agile possono riassumersi nei minor vincoli legati al luogo e orario lavorativo, infatti il lavoratore pianifica in piena autonomia e flessibilità il lavoro, e risulta fondamentale la responsabilità personale dei risultati e obiettivi raggiunti. Ciò permette ai collaboratori di entrare e uscire dall’ufficio in orari più elastici almeno in alcuni giorni della settimana, così da organizzare le giornata e orari in base ai risultati e non all’obbligo di “timbrare il cartellino”. Non sempre però, il lavoro agile è considerato solo nei suoi aspetti positivi, infatti si tende a minimizzare gli effetti collaterali di questo fenomeno, come ad esempio l’isolamento; non a caso in molte città stanno crescendo sempre più gli spazi coworking proprio per limitare le forme di alienazione che possono nascere quando si lavora da soli.

Quest’anno Milano per la 4° edizione ha deciso di istituire una settimana del lavoro agile dal 22 al 26 Maggio, consentendo a tutti i lavoratori di svolgere i propri compiti ovunque, da casa, dal parco, dal bar, dalla palestra o da uno spazio coworking. YoRoom per questa edizione ha deciso di offrire una postazione coworking a chiunque volesse partecipare a questa iniziativa. Come afferma il Dott. Bianchi di Smartworking S.r.l, l’incentivo di lavorare in uno spazio coworking deriva dalla possibilità di assecondare la flessibilità delle parti; il numero delle postazioni potrà essere riconfigurato in maniera flessibile molto più che con l’affitto di un ufficio tradizionale. Infatti, in un coworking le postazioni possono essere affittate anche solo per alcuni mesi.

Il Coworking: un nuovo paradigma del lavoro

Il coworking rappresenta un nuovo paradigma socio economico, basato sull’economia della condivisione, della collaborazione, della cooperazione, della responsabilità, della partecipazione e dello scambio. La volontà è di creare per gli utenti un valore aggiunto sia a livello umano, che a livello professionale. Infatti, si unisce la possibilità di creare sinergie e collaborazioni in ambito lavorativo con startup e freelance, e stringere nuove conoscenze grazie alla presenza di sale relax, sale comuni, eventi e corsi per i coworkers.
Il coworking favorisce l’interazione tra gli utenti, la condivisione di conoscenze, rafforza il senso di appartenenze a una comunità e crea quindi le basi per la crescita professionale e la nascita di nuove opportunità lavorative; può rappresentare una nuova forma gestionale e di organizzazione del lavoro in grado di rispondere positivamente alle richieste che pone il mercato, unendo e conciliando sia le necessità che contraddistinguono il mercato del lavoro oggi che i bisogni delle persone.

Il Coworking è come un win-win game, dove entrambi le parti vincono, anzi i membri della comunità ne ricavano un valore aggiunto, prodotto dell’integrazione tra gli utenti. Tipici esempi sono le risoluzioni dei conflitti, dove entrambe le parti ne ricavano un vantaggio, e più in generale i giochi cooperativi. Le dinamiche di gruppo enfatizzano l’importanza della cooperazione, integrazione, condivisione, dove l’intero gruppo/comunità vince in contrasto con la dominazione, comportamenti egoistici e guadagni individuali. Tutti i giocatori, membri della comunità, in quanto considerati nello stesso modo ne traggono un vantaggio in termini di maggiore confidenza e opportunità professionali in contrasto con l’isolamento.

 

 

 

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