Dicembre 19, 2018 | 0 |
Articolo tratto da Corriere della Sera/Economia (www.corriere.it) del 17.12.2018
Lavorare meglio è più efficace. Parola di Pierre Marin, amministratore delegato di JLL Italia perché la “human experience” sul posto di lavoro, ovvero il benessere in senso più generico, aumenta la produttività dei singoli lavoratori. Secondo una ricerca di JLL Italia, player immobiliare internazionale, il coworking è presente nel nostro Paese con 640 spazi uno spazio su sei a Milano. JLL Italia ha appena portato WeWork in Italia, affiancandolo nel processo di identificazione e analisi delle due sedi di Milano: quella in via Mazzini 9/11 e quella in via Meravigli 2. Negli ultimi tre anni a Milano gli spazi flessibili sono cresciuti del +60% gli spazi flessibilie del +53% a Roma. Tra gli 80 e i 360 euro i canoni per l’affitto di una scrivania in hotdesk. “Se a Milano sono ancora le piccole realtà o le start up o i professionisti a usufruire di questi spazi, a Londra e Parigi lo fanno anche le multinazionali che non vogliono più troppe strutture fisse. Come per esempio Facebook ha diversi posti di lavoro ‘flessibili’” rivela Marin. La diffusione di nuovi modelli di lavoro orientati alla flessibilità, al benessere e alla mobilità, ha generato in ambito real estate la presenza di un numero crescente di operatori che offrono soluzioni innovative di lavoro condiviso.
Alcuni grandi operatori internazionali come WeWork, The Bureau e Work Club Global stanno debuttando sul mercato italiano, rinnovando e ampliando l’offerta disponibile. I grandi operatori offrono sempre più spazi ibridi: dalla possibilità di lavorare in open space utilizzando una scrivania non dedicata alla quale si accede con un semplice contratto di membership (per cifre attorno agli 80-100 euro al mese), all’ufficio dedicato in cui le multinazionali che per la prima volta si affacciano in un mercato stanziano il team locale anche per lunghi periodi. Al centro del concetto di coworking ci sono temi che spaziano dalla flessibilità al networking, alla comunicazione e alla collaborazione tra gli utenti. Attraverso l’offerta di servizi fondamentali come la reception, le sale riunioni e per conferenze, gli spazi e l’organizzazione di eventi, i servizi di segreteria e la ristorazione, il coworking si è affermato anche in Italia come modello di spazio di lavoro per privati e per aziende.
Il fenomeno appare diffuso con concentrazione diversa su tutto il territorio nazionale con una prevalenza per le città di Milano e Roma, dove si registra il maggior numero di operatori con oltre 100 e 50 strutture rispettivamente. In Italia, come in altre Nazioni europee, è presente una grande quantità di piccoli operatori che occupano spazi inferiori ai 250 mq e un numero ristretto di grandi operatori nazionali e internazionali in fase espansiva. Rispetto alle principali città europee, a Milano e Roma l’avanzamento degli spazi cosiddetti ‘flessibili’ sul totale dell’assorbimento degli spazi risulta essere inferiore: nel 2017 a Londra gli spazi flessibili sono addirittura il 22% del totale, sintomo di una forte cultura orientata alla flessibilità lavorativa e di un mercato ormai consolidato, a Berlino il 7%, a Monaco il 5% e ad Amsterdam il 4%. A Milano gli spazi flessibili occupano il 3% del totale, mentre a Roma l’1%, a pari merito con Parigi, in controtendenza rispetto al trend delle altre grandi città europee.
Gli operatori principali sono IWG (il gruppo che include Regus, Spaces, Signature, N.18, Openoffice, Basepoint) che oggi è il maggior operatore a livello nazionale con 50 centri distribuiti in 11 città. Fondata in Belgio nel 1989, Regus fa parte di un network che comprende 3200 business centre in 1.000 città e 120 paesi. Il secondo operatore è Talent Garden, una piattaforma pensata per i professionisti del digitale, della tecnologia e della creatività fondata in Italia nel 2011 ed è oggi diffusa con 23 campus anche in altri paesi europei. Segue Copernico con 10 strutture localizzate a Milano, Roma e Torino. Questo format nasce in Italia nel 2015 ed oggi comprende anche spazi a Brussels.
Il coworking a Milano rappresenta oggi l’1% del totale stock uffici della città ed è formato da 105 spazi e 72 operatori attivi. Il totale degli spazi ammonta a circa 140.000 mq; di questi il 23% risale a prima del 2010 mentre il 60% è stato realizzato dal 2015 ad oggi. Nella città di Roma sono 57 gli spazi dedicati al lavoro flessibile e 40 gli operatori attivi, per un totale spazi di circa 41.000 mq; di questi il 22% risale a prima del 2010 mentre il 53% è stato realizzato da 2015 ad oggi. Sia a Milano che a Roma il coworking sembra un fenomeno più limitato ai submarket semicentro e periferia. Nel centro storico e nel business centre di Milano è localizzato il 25% delle strutture. A Roma il quartiere EUR raccoglie invece il 21% delle strutture presenti in città. Caratteristiche A Milano un ruolo rilevante è ricoperto dagli spazi minori, con poche postazioni: il 27% degli spazi destinati al lavoro flessibile ha una superficie inferiore ai 250 mq. Principalmente gestiti da operatori locali, i centri di piccole dimensioni sono generalmente localizzati nella periferia della città. Nell’80% dei casi si tratta di spazi di coworking che preferiscono localizzarsi in zone semicentrali. A Roma il fenomeno è ancora più accentuato: il 42% degli spazi ha una superficie inferiore ai 250 mq. Anche in questo caso gli spazi sono principalmente gestiti da operatori locali e situati nelle zone centrali o semicentrali della città, in particolare in zona EUR (5 operatori su 9). Gli operatori internazionali prediligono in tutte e due le città spazi di grandi dimensioni (maggiori di 1000 mq). I canoni
I canoni richiesti per l’affitto di una postazione o di un ufficio variano a seconda del servizio richiesto, della localizzazione dell’immobile, della possibilità di attivazione di un contratto di membership, del personale impiegato dall’operatore e dalla tipologia di clientela alla quale si rivolge il centro. A Milano il canone per l’affitto mensile di una scrivania non assegnata parte da un minimo di 80 euro fino a un massimo di 360 euro; in caso di scrivania dedicata il range si sposta da 150 a 530 euro al mese. Per affittare uno spazio ad uso ufficio privato si parte da 300 euro per una sola postazione per arrivare fino ad oltre 2.600 euro per più di 6 postazioni. Gli operatori di coworking in senso stretto hanno solitamente prezzi inferiori e attirano società piccole e liberi professionisti per un canone medio mensile a postazione di 320 euro; spazi ibridi e business centre si rivolgono anche a grandi compagnie e offrono più servizi con una richiesta media pari rispettivamente a 390 e 460 euro. Nella città di Roma, il canone per l’affitto mensile di una scrivania non assegnata parte da un minimo di 75 euro fino a un massimo di 400 euro; in caso di scrivania dedicata il range si sposta da 150 a 500 euro al mese. Per affittare uno spazio ad uso ufficio privato di parte da 300 euro per una sola postazione per arrivare fino ad oltre 2.000 euro per 4-6 postazioni. Gli operatori di coworking in senso stretto offrono postazioni ad un prezzo medio pari a 210 euro; spazi ibridi e business centre hanno invece richieste in media più elevate, pari rispettivamente a 480 e 330 euro.