È un piacere per noi di YoRoom riproporre l’intervista fatta a Cristina Pasqualini, ricercatrice e docente di Sociologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, apparsa giovedì scorso su la Repubblica.
Cristina ha spesso coinvolto i suoi studenti universitari in attività fuori-porta per mostrare loro le svariate iniziative di green e sharing economy presenti a Milano, tra cui YoRoom stesso, quale spazio di coworking.
In particolare ci fa piacere sottolineare che, secondo Cristina, anche i coworking contribuiscono a rendere la città maggiormente innovativa e inclusiva.
Ecco qui di seguito il testo completo.
Intervista tratta da La Repubblica del 11.10.2018
<<Milano è una città impegnativa da vivere, ma ha saputo trovare una ricetta vincente che la rende unica in Italia e competitiva in Europa>>. Cristina Paqualini, docente di Sociologia all’Università Cattolica, si occupa di fenomeni associativi nel tessuto cittadino e non ha dubbi sull’attrattività di Milano.
Oltre 29mila italiani nel 2017 hanno scelto di trasferirsi a Milano. Perchè?
<<La città è innovativa e inclusiva nello stesso tempo, è questo il segreto alla base della sua attrattività. È una realtà che permette di sperimentare, ci sono grandi possibilità a livello professionale, ma questo, da solo, non sarebbe sufficiente>>.
In cosa consiste la componente “inclusiva”?
<< È data da un sistema di attività e iniziativa che fanno in modo che nessuno si senta solo. Dalle social street agli orti urbani, dai coworking ai giardini condivisi, passando per gli spazi riqualificati e concessi alla comunità per realizzare attività di condivisione. Si tratta di attitività che fanno sentire i cittadini parte di una rete sulla quale appoggiarsi, senza avere però i vincoli troppo stretti che potrebbero derivare dall’iscrizione a un’associazione. È fondamentale l’aspetto della presenza fisica sul territorio unita alla libertà di movimento>>.
Molti dei nuovi residenti scelgono di spostarsi a Milano da città vicine dalle quali potrebbero muoversi come pendolari…
<< È una prova ulteriore del valore complessivo di questa rete. Chi arriva a Milano, anche solo per lavorare, non se ne va più. Nel loro caso il dato è ancora più evidente perchè vivendo in città più piccole potrebbero risparmiare>>.
È possibile individuare un momento di svolta, a partire dal quale si è percepito l’inizio di un nuovo modo di essere questa città?
<<Tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 si è arrivati a una sintesi nella quale sono confluite le risposte economiche nate dopo la crisi, l’affermazione della sharing economy e lo sviluppo di esperienze di aggregazione proposte dai cittadini. Quello è stato un momento di svolta, poi Expo, con l’arrivo di tante persone, ha dato visibilità al nuovo modello Milano a livello europeo>>.
È un modello replicabile in altre città?
<<Al momento no, perchè si basa su caratteristiche specifiche di Milano. C’è un rapporto di reciprocità: la città è il contesto ideale per questa rete di attività allo stesso tempo si rafforza dalla loro presenza>>.