Dicembre 19, 2017 | 0 |
Dal 2013, la città di Milano ha avviato un percorso di trasformazione in “Smart City”, facendosi così promotrice di una rivoluzione in cui la “Digital Transformation” ha un ruolo chiave. Investire nella creazione di città intelligenti, in cui la tecnologia costituisca lo strumento per raggiungere lo sviluppo di una comunità sostenibile, rientra tra i punti fondamentali dell’agenda digitale 2030 fissata dall’ONU e contenente una lista di 17 obiettivi che le città dovrebbero perseguire in vista del completamento del processo “smart”.
La trasformazione di una città in “smart” viene realizzata attraverso l’innovazione di tutte le sue infrastrutture materiali e non, una riqualifica del territorio urbano e un ripensamento della “governance”, arrivando così a creare un contesto favorevole in cui imprese, pubblica amministrazione e cittadini ridefiniscano i propri ruoli e relazioni per dare vita a una comunità che si adatti in modo flessibile ad un mondo sempre più globalizzato. Per poter ottenere tutto questo, le città devono anche raggiungere una serie di obiettivi quali la lotta contro la povertà o il contrasto al cambiamento climatico grazie alla lotta contro l’inquinamento.
In questo contesto, le politiche attuate negli ultimi anni dalla città di Milano nel settore dell’innovazione economica, sostenibilità ambientale, mobilità, sviluppo e partecipazione si sono rivelate efficaci, rafforzando il suo ruolo di città “smart” in Italia. L’indagine “ICity Rate” fornisce una classifica delle città più sostenibili, mettendo a confronto le loro azioni di valorizzazione delle proprie eccellenze e la loro capacità di inclusione sociale. I dati che emergono dall’ultimo rapporto del 2017 rivelano che da quattro anni Milano è la città più smart d’Italia. Rispetto alle altre realtà metropolitane, infatti riporta le migliori performance a livello nazionale nell’ambito della produttività, delle imprese green e del trasporto pubblico locale, avvicinandosi sempre di più al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda digitale 2030 dell’ONU. Tali risultati sono stati resi possibili grazie anche all’investimento nella “sharing economy”, scelta che permette a Milano di incrementare la produzione di valore, apportando delle migliorie nel suo settore economico, sociale ed ambientale attraverso l’educazione del cittadino ad un consumo più consapevole e alla riduzione di costi e sprechi.
Il principale strumento con cui Milano si è proposta di raggiungere l’efficienza dei servizi pubblici, il miglioramento della mobilità dei cittadini e la riduzione dell’inquinamento è stata la tecnologia, grazie alla quale ha implementato sistemi computerizzati per il controllo del traffico e dell’illuminazione, i servizi di telesorveglianza e altre innovazioni. Milano ha anche introdotto una serie di altre migliorie tecnologiche, come le isole digitali, gli hot spot wi-fi e reti di fibra ottica, al fine di rendere la città più attrattiva ed accogliente. La città ha inoltre messo a disposizione 370 mila euro per ampliare la rete di coworking, fablab e maker space, sostenendo così lo sviluppo delle forme innovative di lavoro.
Nonostante gli sforzi e i miglioramenti raggiunti, Milano è ancora lontana dai traguardi fissati dall’ONU, soprattutto per quanto riguarda la qualità ambientale e la legalità, per cui è fra gli ultimi posti della classifica tra le città italiane del Nord. Oltre a perseguire i propri obiettivi personali, le città dovrebbero muoversi in un’ottica collaborativa, seguendo un approccio globale e rendendo così l’intera nazione una “Smart Country”. Solo in questo modo si potranno riscontrare benefici per la crescita economica del paese, aggirando quei ritardi strutturali che l’Italia manifesta nel settore dell’innovazione.